Durante l’evento, vari esperti hanno presentato le loro ricerche e condiviso le loro competenze. Nel primo giorno, Julian Mamo dell’Università di Malta ha parlato delle principali caratteristiche delle infrastrutture verdi urbane. Feliciana Licciardello e Liviana Sciuto, entrambe dell’Università di Catania, hanno esplorato l’invarianza idrologica delle infrastrutture verdi e la modellazione dei rischi di inondazione nell’area metropolitana di Catania. Aaron Cutajar dell’EWA ha mostrato il design innovativo del tetto verde, che include sensori e integrazioni con pannelli fotovoltaici, realizzato presso il GHAJN National Water Conservation Centre. Marzio Melis e Angela Ingegnio, anch’essi dell’EWA, hanno spiegato come queste infrastrutture possano essere integrate nella modellazione del rischio di inondazione, prendendo come esempio l’area di Rabat a Malta. Infine, Giuseppe Cirelli dell’Università di Catania e Annibale Sicurella dello studio LaborArch hanno illustrato le fasi di progettazione e realizzazione di un tetto verde presso il Di3A, mettendo in luce le diverse tecnologie impiegate. Il secondo giorno, Amanda Zahra dell’EWA ha introdotto il ruolo sociale del Centro GHAJN. Yaser Abunassr dell’American University of Beirut ha parlato dell’integrazione delle infrastrutture urbane verdi nella pianificazione dello sviluppo urbano. Francesco Martinico dell’Università di Catania ha discusso della pianificazione urbana per mitigare i rischi idraulici. Infine, Nicholas Ellul dell’ Energy Water Agency e Jonathan Spiteri dell’università di malta hanno esplorato il concetto di CBA applicato alle infrastrutture urbane verdi.